1933 – 1941
Per dare una risposta occupazionale ai nuovi abitanti di Predappio Nuova, che dalle poche centinaia di Dovìa erano diventati 1300 a metà anni Trenta, il regime (Benito Mussolini) volle collocare a Predappio uno stabilimento dell’aeronautica Caproni. La fabbrica iniziò la sua attività nel 1935 e giunse ad occupare fino a 1400 dipendenti.
Nello stabilimento si svolgeva la lavorazione di componenti per costruzioni aeronautiche degli anni Trenta, prevalentemente in legno e telate, mentre l’uso del metallo si limitava ad intelaiature in tubolari saldati, che non richiedevano macchinari eccessivamente complessi e ingombranti. Già nei primi periodi di attività gli operai erano impegnati nella costruzione di velivoli da bombardamento di notevoli dimensioni, che dovevano dunque essere trasportati all’aeroporto Ridolfi di Forlì parzialmente smontati e qui rimontati.
Il sito che fu scelto per la costruzione della fabbrica era già occupato da un’altra attività produttiva che riguardava il complesso della zolfatara, e gli ambienti di questo furono inglobati dalla nuova aeronautica. I lavori riguardarono soprattutto le aperture e i fronti prospicenti la strada, perché trattandosi di un edificio all’interno di un canalone, non poteva subire grandi variazioni e gli ambienti non potevano avere dimensioni ed estensioni pari ad altre industrie, proprio per la conformazione del sito.