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    Ex casa del Fascio e dell'ospitalità

  • Progetto di Arnaldo Fuzzi 1934 -1937

    L’ex Casa del Fascio e dell'Ospitalità è composta da due grandi corpi di fabbrica, posizionati ad “L” e raccordati da un nucleo centrale che ospita il monumentale sistema di ingresso. La torre littoria, simbolo di potenza, prolunga verso l’alto il fluido movimento orizzontale del fabbricato.

    Nel 1926 venne promossa una raccolta fondi per la costruzione della Casa del Fascio ritenuta fin da allora estremamente necessaria. Il progetto venne elaborato dal Genio Civile di Forlì, ma fu affidato successivamente al “tecnico di Casa Mussolini” Arnaldo Fuzzi. La struttura, la collocazione urbanistica e l’estetica della Casa del Fascio erano definite non solo ai fini della sua funzionalità burocratica, ma anche della sua funzione pedagogica e propagandistica: oltre che sede del partito, la casa doveva essere il centro della vita politica e sociale. Il partito insisteva soprattutto sull’aspetto simbolico, in cui uno spicco tutto particolare doveva avere la “torre littoria”, evocatrice delle torri comunali del Medioevo, con la campana civica diretta a rivaleggiare con il campanile delle chiese. L’edifico venne inaugurato nel 1921 in occasione del Natale di Roma (21 aprile) e divenne ben presto tappa di veri e propri pellegrinaggi.

     

     

    La Casa del Fascio si presenta come un lungo volume parallelepipedo che, disponendosi lungo le due vie principali della città, si piega nella parte centrale assecondando il flusso viario dell’incrocio. Decentrata verso la vecchia Predappio, la torre prolunga verso l’alto il fluido movimento orizzontale del fabbricato. L’alternanza del locale mattone e del romano travertino risolve l’impaginato compositivo dei prospetti, nel corpo di fabbrica come nella torre. L’edificio è organizzato orizzontalmente su tre livelli distinti per funzioni e finalità diverse: dal grande atrio posto al centro si accede, attraverso una monumentale scalinata, al piano interrato, sede di un albergo diurno, al piano terreno destinato alla ricreazione (vi trovano posto due bar, un ristorante, una sala lettura, una sala da gioco) e al piano primo, che conteneva gli uffici delle varie organizzazioni politiche e due sale riunioni.

     

     

    Le case del fascio cominciarono ad essere costruite in tutto il territorio nazionale solo quando il regime fascista si stava avviando verso l’apice del consenso, quando cioè non furono più necessarie sottoscrizioni per costruire opere destinate alla collettività, potendo accedere direttamente ai finanziamenti statali. Le diverse dimensioni delle costruzioni rispondevano alle esigenze di ogni singola località. Per quanto modesta la casa non doveva avere né l’aspetto del circolo ricreativo né quello del villino e nemmeno contenere riferimenti agli stili del passato, ma possedere un elemento di per sé monumentale, la torre littoria. Simbolo di potenza, corrispondente ad un’architettura “virile e modernissima”, la torre doveva essere alta e posta ben in vista, per non essere confusa con una semplice torretta da villino o apparire elemento estraneo alla composizione d’insieme.

    La Casa del Fascio è per la sua importanza politica ed etica, il nucleo della città nuova.

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