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    Cimitero di San Cassiano in Pennino

  • Progetto di F. Di Fausto e C. Bazzani
    1928 – 1933

    Il Cimitero di San Cassiano in Pennino è un piccolo cimitero di campagna in cui si trovava sepolta la madre di Mussolini. Divenne oggetto di un complesso progetto di ampliamento voluto dal Duce.
    Egli aveva, infatti, intenzione di costruire un famedio presso il quale riunire le salme dei genitori (il padre era sepolto a Forlì), volendo conferire un aspetto monumentale al luogo, già meta incessante di visite. L’ampliamento del cimitero venne organizzato tramite la realizzazione di un porticato, impostato su di un impianto quadrangolare.
    Un percorso ascendente collega prospetticamente l’ingresso principale al famedio della famiglia Mussolini.

     

    Ampliamento del cimitero di San Cassiano

    L’antica pieve di San Cassiano in Pennino, di origine romanica, rappresentava il punto di riferimento religioso della zona di campagna prima che venisse fondato il nuovo paese. Qui, nel piccolo cimitero, era stata sepolta la madre di Mussolini, Rosa Maltoni. Parallelamente all’invenzione del nuovo centro urbano, Mussolini decise di riunire le salme dei genitori e costruire un famedio per i propri congiunti, esprimendo la volontà di dare un aspetto monumentale al luogo. I lavori per l’ampliamento del vecchio e modesto cimitero furono avviati urgentemente. La nuova monumentale struttura, che incorporò il piccolo camposanto precedente, fu realizzata dall’architetto Florestano Di Fausto, dal 1928 al 1933, attorno alla cappella della famiglia Mussolini dove furono ricongiunte le salme di Alessandro Mussolini e Rosa Maltoni.
    L’ampliamento del cimitero venne organizzato tramite la realizzazione di un recinto porticato, impostato su di un impianto quadrangolare parallelo alla strada provinciale per Premilcuore. Gran parte della sistemazione interna del recinto voluta da Cesare Bazzani è stata col tempo rimossa. Recentemente l’amministrazione comunale ha realizzato un ulteriore ampliamento del cimitero sul versante orientale.

     

     

    Pieve di San Cassiano in Pennino

    Le prime citazioni relative alla pieve risalgono al 1001, ma la tradizione popolare vuole che il complesso religioso sia sorto nel V sec d.C. per volontà di Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio che da Ravenna guidò l’Impero Romano d’Occidente. Più probabile l’origine attribuita all’iniziativa dei primi cristiani che la costruirono sulle fondamenta di un preesistente tempio pagano. La località, infatti, antico valico di attraversamento dell’Appennino fra Gallia ed Etruria, era già abitata in tempi pre-cristiani.
    Gravemente danneggiata da un terremoto o da una frana nel XVII secolo, fu sottoposta ad un profondo rifacimento baroccheggiante e nuovamente consacrata nel 1643. Un ulteriore restauro si registra nel 1863. L’ultimo rifacimento, iniziato nel 1930 e concluso nel 1934, ha ridato alla chiesa il profilo romanico. La ricostruzione stilistica venne curata dagli architetti Icchia e Corsini. La pieve, a tre navate, attualmente si propone con una bella facciata con portale sormontato da bifora e da un elegante campanile. All’interno si segnalano i due altari, il fonte battesimale ed un crocifisso, posto sull’altare maggiore, che risulta essere di un allievo del Beato Angelico. La parte più antica della chiesa è però la cripta, forse di origine bizantina, custodisce un’esposizione documentaria e fotografica della storia della pieve.

     

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