Esplora

    Caserma dei Carabinieri

  • Progetto di Florestano di Fausto
    1926 – 1942 

    La Caserma dei Carabinieri fu tra le prime costruzioni ad essere realizzata poiché indispensabile alla sicurezza del nuovo centro urbano. Dal 1934 al 1937 il fabbricato subì una totale ristrutturazione e un ampliamento: il fronte sul corso principale venne monumentalizzato da due corpi rotondeggianti che chiudono il prospetto con lesene a semicolonna.

     

     

    La costruzione della caserma dei Carabinieri venne prevista fin dalla realizzazione del piano di trasferimento dell’abitato di Predappio a Dovìa del 1925.
    Il progetto iniziale redatto dai tecnici del Genio civile di Forlì, descritto nella relazione che accompagna il piano regolatore, consisteva in un edificio di due piani. Al piano inferiore stavano l’archivio, le due camere di sicurezza per gli uomini e per le donne, la cucina, la cantina ed i servizi. Al piano superiore era ricavato l’alloggio del comandante, con due camere da letto, cucina, studio e sala da pranzo. Nelle due rimanenti camere era previsto l’alloggio dei cinque carabinieri della caserma. Florestano Di Fausto, intervenendo sul progetto già in fase di costruzione, modificò esclusivamente i progetti esterni dell’edificio la cui disposizione planimetrica rimase intatta fino al 1934. In quell’anno, seguendo il progetto di Di Fausto, l’edificio venne sopraelevato di un piano per poter aumentare lo spazio necessario agli aumenti di organico che la Predappio meta dei pellegrinaggi richiedeva.
    Nel 1937 venne così decisa una totale ristrutturazione dell’edificio. L’incarico venne affidato all’ingegnere Arnaldo Fuzzi il quale impostò nelle sue linee fondamentali il progetto ma non riuscì a portarlo a termine. Partì infatti per l’Africa Orientale lasciando i propri progetti ai tecnici del Genio civile di Forlì. Il nuovo ampliamento dell’edificio consistette nell’aggiunta sul retro del fabbricato di un corpo a U che va a creare una piccola corte interna. Ai lati della facciata di Di Fausto vennero invece posizionati due corpi cilindrici che delimitano uno stilizzato portico. Si ottennero così nuovi spazi per un’auto rimessa, due mense, nuove camerate, biblioteca.

     

     

    La facciata impostata nel 1926 dai tecnici del Genio civile di Forlì su sette aperture con due ingressi posti simmetricamente ai lati, veniva caratterizzata da Florestano Di Fausto attraverso un disegno a bugnato che ricopriva tutto il primo livello dell’edificio, circondava le cornici delle più basse finestre quadrate, accentuava gli spigoli della facciata. L’ampliamento di Fuzzi modificò completamente l’edificio preesistente avvolgendolo con una cortina continua in murata di laterizio a vista e travertino, per inserirlo all’interno del disegno complessivo di quella borgata rurale che rappresenta l’immagine ideale della Predappio degli anni Venti.  

  • Compila il form sottostante per ricevere informazioni.






       Desidero ricevere informazioni tramite posta elettronica sulle novità e sulle offerte della Predappio Comunità Ospitale
       Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi della legge 196/2003 e seguenti modifiche*